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05/12/1996 IL GAZZETTINO - Impresa da guiness di un avvocato padovano. |
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Impresa da guiness di un avvocato padovano.
Fa pignorare Bankitalia e così ottiene il rimborso.
Ottiene il rimborso della tassa di concessione governativa pignorando nientemeno che la Banca d’Italia. Per questa via, una società padovana attiva nel settore agricolo ha recuperato i 19 milioni e mezzo di imposta versati tra ’86 e ’96, con in sovrappiù tutte le spese e gli interessi. In tutto, l’ammontare dell’assegno staccato dalla Banca d’Italia il 28 novembre ammonta a 33 milioni ed 989 mila lire. L’avv. Che ha seguito la società in questione è Riccardo Rocca e la via da lui imboccata per ottenere il rimborso, avvallata dalla decisione del pretore Giuseppe Fuochi Tinarelli, potrebbe costituire un precedente per le migliaia di procedimenti legali avviati da numerose società italiane allo scopo di recuperare gli importi versati allo Stato prima del ’92 a titolo di tassa di concessione. Nel ’92 infatti è stata abrogata la legge italiana che obbligava le società al versamento annuale della tassa. Ma già da qualche anno era in vigore una direttiva comunitaria che aveva giudicato la tassa in contrasto con le norme Cee. Direttiva cui le aziende si sono appellate chiedendo i rimborsi. Gli avvocati, per lo più, hanno pignorato le tasse versate al concessionario della riscossione tributi oppure hanno bussato alla porta dell’intendenza di finanza o del ministero, colpendo, però, beni vincolati e quindi non pignorabili. Per questa via, pur ottenendo il titolo esecutivo al rimborso, le società non sono riuscite a recuperare materialmente i propri soldi.
L’avv. Rocca, invece, ha seguito un’altra strada: il pignoramento di alcune somme, non vincolate, incassate dalla tesoreria provinciale della Banca d’Italia intestate al Ministero delle Finanze – Ici.
Il giudice gli ha dato ragione ed ha assegnato l’importo bloccato da Bankitalia alla società creditrice.
Eva bosco
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